Piccole storie
Gli inizi
Mio padre, appassionato di enigmistica, aveva vinto, in uno dei concorsi a premi a cui settimanalmente partecipava, un libro sulla lettura della mano.
Non sapendo che farsene, me lo aveva dato dicendomi: “Vedi se ti può interessare”.
Avevo cominciato a leggere distrattamente, rendendomi conto presto della grande convinzione con la quale l’autore trattava la materia, che costituiva un insieme logico e ben collegato di nozioni.
In quel periodo vedevo spesso un gruppo di amici, per i quali costituiva un momento di grande attrazione farsi fare l’oroscopo da uno di loro, appassionato di astrologia.
Dopo un primo periodo in cui erano stati tutti attratti dall’astrologia, avevo notato che alcuni cominciavano a essere delusi e dubbiosi.
A questo punto io, che ero particolarmente incredulo, li avevo minacciati scherzosamente: “Attenti, se continuate a farvi fare l’oroscopo, io poi vi leggo la mano!”.
Molti mi dicono che non si capisce quando sto scherzando e infatti gli amici si erano mostrati molto interessati e alcuni avrebbero voluto subito farsi leggere la mano.
Mi vergognavo ad ammettere che avevo cercato di prenderli in giro e, d’altra parte, non ero in grado di leggere la mano, avendo sfogliato solo i primi capitoli del libro.
Trovai così una soluzione per non offenderli: dissi loro di farmi una fotocopia delle mani, in modo da poter presentare uno studio completo.
Due degli amici, un ragazzo e una ragazza, in breve tempo mi consegnarono le fotocopie, permettendomi di iniziare l’esame delle loro mani.
A casa per vari giorni consultai il libro prendendo appunti ed esaminando le fotocopie.
Per queste due letture impiegai una settimana, finché battei a macchina i responsi e li consegnai agli interessati.
Fu con grande stupore che entrambi mi dissero che il profilo che avevo tracciato su di loro era molto preciso, anche per particolari poco comuni, nei quali si riconoscevano esattamente.
Io ero molto più stupito di loro e, razionale com’ero, cominciai ad approfondire l’argomento per capire cosa c’era di vero nella lettura della mano. Da allora questo mio interesse non è più venuto meno.
Un gelato d’estate
Un pomeriggio festivo mi ero recato con un gruppo di amici in una cittadina di provincia.
Eravamo andati in una gelateria e uno o due dei componenti del gruppo, che non conoscevo molto bene, avendo appreso che ero esperto di lettura della mano, mi avevano chiesto di farsela leggere.
Mentre ero intento nella lettura, una della cameriere del locale, avendo notato quello che facevo, mi aveva detto che, una volta che fossi stato libero, aveva qualcosa da chiedermi.
Uno dei miei amici occasionali, che era del luogo e conosceva la ragazza, subito aveva cercato di convincermi a dirle, poiché riteneva volesse farsi leggere la mano, che il suo fidanzato non era adatto a lei, in modo da potersi poi proporre alla stessa, una volta che avesse lasciato il suo ragazzo.
Terminata la lettura degli amici, facevo segno alla ragazza che potevo ascoltarla.
Ci allontanavamo dal gruppo e mi raccontava che parecchi anni prima le era stata letta la mano e le era stato detto che sarebbe morta a 26 anni; mi chiedeva se potevo confermare o meno tale previsione.
Mi rendevo immediatamente conto che aveva dato molto credito a tale previsione e pertanto, per controbilanciarne l’effetto negativo, dovevo innanzitutto dimostrare le mie capacità nella lettura, indipendentemente dallo specifico quesito che mi poneva.
Pertanto le facevo una completa lettura della mano e sulla base delle caratteristiche della sua personalità rispondevo ad un suo dubbio rispetto al suo comportamento verso i genitori.
Vedendola sufficientemente convinta sulla mia esperienza nella lettura della mano, entravo allora nel merito del suo quesito specifico relativo alla previsione di morte.
Valutavo pertanto i vari segni di vitalità, come la profondità e la continuità delle tre linee principali, della linea della vita e del cuore in particolare, considerandone la forma, esaminavo le unghie in relazione alla presenza e alla dimensione delle lunule, mi soffermavo sulla forma delle dita.
Alla fine dell’esame spiegavo che le caratteristiche esaminate erano tutti indicatori di vitalità e che nel suo caso specifico, se pur in presenza di una linea della vita non ben formata in una delle due mani, il complesso dei segni indicava una buona vitalità.
Chiarivo come dalla linea della vita, come da altri indicatori, non era possibile desumere l’esatta durata della vita, ma tali segni davano semplicemente un’indicazione di buona costituzione fisica, di un corpo con organi ben formati, e quindi statisticamente era possibile ottenere un indizio sulla lunghezza della vita relativamente alla resistenza alle malattie, mentre naturalmente non si poteva dire nulla rispetto a morte per cause fortuite.
La ragazza sembrava rassicurata e mi ringraziava.
Dopo una mezz’ora, mentre stavamo per uscire dal locale dopo aver consumato il gelato, venivo avvicinato dal fidanzato della ragazza, che nel frattempo si era recato nel locale per salutare la sua donna.
Egli mi raccontava che la sua fidanzata era angosciata per la previsione di morte che le era stata fatta in passato, poiché aveva già 23 anni e ne mancavano solo 3 alla scadenza della profezia.
Nella situazione in cui si trovava, certa della morte prossima, non voleva sposarsi, poiché riteneva di non avere un futuro.
Poiché ora la vedeva molto rasserenata, mi ringraziava; anche la fidanzata mi ringraziava nuovamente, mentre uscivamo dal locale.
La malattia
Parecchi anni fa, d’estate, mentre mi trovavo in una località di villeggiatura e avevo già effettuato molte letture della mano di miei occasionali amici incontrati sul posto, ero stato interpellato da un conoscente per un esame della mano.
Tale persona mi aveva già conosciuto negli anni passati ed ero stupito dalla sua richiesta, poiché mai in precedenza si era voluto far leggere la mano, anche se ne avrebbe avuto la possibilità.
Personalmente lo ritenevo scettico rispetto alla lettura della mano.
Dopo che avevo tracciato un profilo generale della sua personalità, mi era stato chiesto in particolare se si vedevano segni di malattie. Pur dopo aver spiegato che lo studio delle malattie della mano non era un campo di mio interesse, poiché mi interessavo essenzialmente solo di interpretazione del carattere, avevo accettato di approfondire l’esame.
Dopo un accurato esame avevo dichiarato che non vedevo particolari segni di malattie, almeno per quanto a mia conoscenza.
La persona allora dichiarava di avere una grave malattia, che le erano stati dati pochi mesi di vita: voleva sapere se era scritto nel destino che sarebbe morto fra pochi mesi.
Affermavo che dalla mano, nonostante che nella tradizione della chiromanzia si faccia la datazione della linea della vita, non si può desumere la data della morte, ma si possono solo vedere predisposizioni a malattie o malattie in atto: una diagnosi comunque la poteva fare solo un medico.
Di fronte a queste mie affermazioni, che sembrava condividere, mi chiedeva comunque se non vedevo nella sua mano indizi della patologia da cui era affetto.
Riesaminavo la mano e gli dicevo che l’unico segno, non però specifico della malattia che lo aveva colpito, poteva essere un certo biancore delle unghie, con lunule difficilmente visibili e unghie molto piatte; tali segni non erano particolarmente negativi e, d’altra parte, non conoscevo segnali indicatori della sua malattia evidenziabili dalla mano.
Gli dicevo comunque che nella sua mano avevo riscontrato, come gli avevo già detto durante l’interpretazione della personalità, i segni di una grandissima volontà.
Tale forte volontà era segno molto positivo anche nella lotta contro il male che l’aveva colpito: egli non era tipo da arrendersi, ma avrebbe lottato e questa lotta era il modo migliore per vivere a lungo, molto più a lungo di quanto indicavano le statistiche.
Mi ringraziava della lettura e ci salutavamo.
L’anno dopo l’ho rivisto nello stesso posto, per quanto potevo vedere in un discreto stato fisico. Ci siamo salutati in modo all’apparenza distratto.
Passati alcuni anni l’ho incontrato di nuovo e sembrava in buona salute: la sua volontà mi sembrava immutata.
Il matrimonio
Molti anni fa, avevo conosciuto un professionista, amico di una coppia di miei amici. Poiché stavo per iniziare a tenere un breve corso di lettura della mano, anche questa coppia e il loro amico si erano iscritti ed avevano poi partecipato con una certa diligenza.
Alla fine del corso ci eravamo trovati tutti e quattro, insieme ad altri amici, in pizzeria.
Quando questo mio conoscente aveva chiesto di farsi leggere la mano, avevo effettuato un esame completo della mano su base psicologica, di tipo didattico, in quanto avevo spiegato con estremo dettaglio da quale caratteristica della mano, o insieme di caratteristiche, desumevo ogni affermazione che facevo.
A questo punto mi aveva fatto una domanda specifica.
Voleva sapere se si sarebbe sposato e io avevo affermato che non potevo prevedere il futuro, ma che potevo prendere in esame tutte le caratteristiche psicologiche favorevoli alla formazione di una coppia stabile, per determinare semplicemente la probabilità che si sposasse. Dopo aver riesaminato i segni che influenzano la formazione della coppia, gli avevo detto che c’erano ottime probabilità che si sposasse, poiché tutti i principali indicatori erano molto favorevoli. Di fronte alla sua incredulità, poiché aveva superato i quarant’anni e non c’era nessuna donna in vista, mentre d’altra parte non aveva fino ad allora avuto molte occasioni per sposarsi, gli riepilogavo le caratteristiche positive di cui era dotato relativamente alla formazione della coppia.
In particolare aveva una grande affettività, un grado eccezionalmente alto di costanza affettiva ed era persona autorevole.
Due anni dopo, inaspettatamente, la coppia di amici mi proponeva di uscire con il professionista loro amico e sua moglie.
Affermavano che avevo previsto esattamente il matrimonio del loro amico e, di fronte a quanto dichiaravano, avevo istintivamente rifiutato la loro affermazione, ricordando che avevo semplicemente parlato di ottima probabilità: se c’era qualcosa di insolito, era semplicemente che molto raramente vedo segni così positivi per la formazione della coppia.
Nella successiva cena conoscevo la moglie, che si era messa in coppia con lui poco tempo dopo la mia lettura della mano e lo aveva sposato dopo pochi mesi. Un anno dopo il matrimonio era nato un bambino.
Dopo la cena ero stato invitato a casa di questa nuova coppia e avevo potuto vedere il bimbo, che aveva solo due mesi.
Nel salutarci il professionista aveva di nuovo ricordato di essere ancora meravigliato della mia “previsione del futuro”.